Considero il mio andare, cambiando passo nella mia espressione, come un
diario scritto con immagini.
E' come voler superare una soglia misteriosa per mezzo dell'immaginazione, per
questo ho bisogno della memoria
per riallacciare il mio spazio e tempo a quello universale.
La memoria è ciò che sono ed è il luogo delle immagini, è creatività ed
evoca sentimenti sempre diversi.
Infatti ricordare cose a distanza di tempi diversi nel percorso della vita, dà
immagini diverse di volta in volta.
Non voglio l'immobilità dei pensieri (ossessione), ma voglio idee ed
emozioni che se ne vanno e tornano in nuovo
spazio, con nuova immaginazione e vitalità. Se non ho in me questa tensione che
mi sollecita il passo successivo,
mi sento impedita, legata e giro avanti e indietro per la vita inquieta.
Ogni volta che mi metto a lavorare rispondo a qualcosa che mi ha colpita e
commossa.
Asimmetria: la uso per sperimentare il vuoto, mi serve per trattenere
l'oggetto che fugge di lato, come se dovessi
fermare la realtà che esce di scena (tempo e spazio mi mancano e
ciò che crea angoscia)...
Il segno è scrittura per sciogliere i nodi della vita che legano le paure.
Importanti sono i contatti umani,
riallacciare esperienze; conoscenze, guardare dentro la vita le linee che
legano, annodano, ondeggiano, respirano...
Il nero per me è somma di colori che definisce lo spazio, è impalcatura che
sostiene che definisce lo spazio
e le figure appaiono. Cancella tutto intorno e lascia emergere con energia
l'immagine scelta per essere rappresentata.
E' come la notte nera che riesce ad ingigantire un pensiero unico sopra tutti
gli altri, è esperienza profonda.
E' immobilità che dà possibilità ad altro pensiero di muovere la mente, ad
altro colore di muovere lo spazio.
Gemma Nardelli Mosna